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giovedì 26 maggio 2016

Il lavoro che vi distrugge

A parte il lavoro davvero usurante, il lavoro che distrugge è quello che fate su voi stessi non facendo onore al cervello, piccolo o grande, che avete in dotazione, mancando di rispetto alle persone e alle cose, snobbando lo zelo e la passione, ignorando il dovere, scansando la fatica, svilendo la bellezza della coscienza, disprezzando la fierezza del risultato possibile.
Dovreste avere pietà di voi stessi, incoraggiarvi a un sussulto di dignità, permettervi di rialzare la testa, consentirvi un sereno riflesso allo specchio.
Smettetela di infierire sulla vostra essenza di uomini. Siate generosi con i vostri mezzi e le vostre energie, date loro l’occasione di essere utili. Siate audaci e abbandonate quel terribile tormento della mollezza. Siate lungimiranti e buoni con voi stessi: regalatevi l’ebbrezza di sentirvi finalmente parte attiva e positiva del mondo.
Suvvia, non logoratevi trascinando i piedi nei luoghi di lavoro come foste in prossimità del patibolo, tradendo buon gusto e disciplina, deludendo le vostre chances, abbruttendovi nella malavoglia con la quale sbrigate le incombenze.

Apritevi al piacere di lavorare, troverete qualche soddisfazione, qualche affermazione, qualche serenità.

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