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mercoledì 21 dicembre 2016

L'acquisto emotivo

Io lo chiamo acquisto emotivo. Sarà capitato a molti, di comprare un biglietto per una partita di calcio, di darsi allo shopping, di entrare in libreria e prendere un libro al volo, di trangugiare due brioches una in fila all’altra. Intendo di farlo così, per rispondere a una domanda che non tace, per colmare un vuoto, per occupare il tempo, per cercare un conforto.
E’ una cura fugace e blanda, lo abbiamo provato. E ci ritroviamo allo stadio senza voglia, con l’armadio zeppo di vestiti con il cartellino, un libro che prende polvere su una mensola, un etto in più a mò di ciambella intorno alla vita.
Allora ho provato a giocarci, con la compera di consolazione. A prendere davvero l’energia del calciatore, a indossare una maglia come talismano, a vestire i panni dell’eroina del libro, ad assorbire la dolcezza della brioche.
Era notte e lei, la luna, mi guardava. Tonda e grande come mai. Lei che c’è sempre e che abbraccia silenziosa per lenire i nostri pensieri al buio. Faceva così tanta luce che stentavo a crederci, fosse proprio notte. Ho chiuso gli occhi e le ho chiesto di regalarmi quella forza lì, quella di prendere emozioni da tutto senza acquistare un fragile surrogato di virtù.

Non so se il dono arriverà, però mi è parso sorridesse. Forse ha apprezzato la buona volontà, chissà. Quella di provarci, a credere che basti il sogno di farcela.
Ringrazio Sonia per la fotografia.

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