Parte
questa sera su Cielo il talent show The Apprentice: il mondo del business svelato
attraverso la selezione di aspiranti manager dal boss Flavio Briatore.
Il
programma si profila come una sfida di armi e ingegno sotto l’implacabile
giudizio di un esperto del successo. La pubblicità ha efficacemente giocato su
ritmi incalzanti e suspence nella giungla della scalata all’affermazione. E ha infilato
il dito nella piaga: occorre capire che conquistare una vetta professionale ed
eventualmente la popolarità implica capacità, duro lavoro, costanza, fiuto, vigore.
Per
quanto siano requisiti che l’umana intelligenza dovrebbe ritenere essenziali e assodati
in realtà, lo sappiamo, spesso sono considerati quasi alla stregua di stereotipi
ingombranti, barbosi o smentiti dalla verità del nostro costume.
Sarà
senza dubbio interessante vedere all’opera i rampanti concorrenti e cogliere
logiche e valutazioni del boss Flavio Briatore! A me incuriosisce parecchio
poter analizzare peso e considerazione della “competitività”: come si misura il
limite tra intraprendenza, mercato, ricavo e professionalità con arrivismo,
spregiudicatezza, cinismo?
Ma
qui mi piace soprattutto rendere merito alla comunicazione su The Apprentice: Cielo
ha sparato bene le sue cartucce, accidenti! E’ evidente che il personaggio
Briatore si prestava perfettamente al tipo di reclame, oltre che al programma,
e quindi le aspettative sono altissime. Uno spaccato di cultura e società
calato in un’atmosfera spettacolare. D’altra parte Flavio Briatore è stato ed è
uomo d’azione e di impresa e uomo di gossip. Peraltro la “lezione” che esce da
spot e presentazione è degna appunto di grande riflessione…
Chissà
se torneremo a impegnarci per fare bene arti, professioni e mestieri più che a
inseguire ricchezza e copertine.
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