La
custode di libri è l’energico esordio letterario di Sophie Divry. Sessanta
pagine senza sosta: una veemente onda di parole!
La
bibliotecaria di Sophie Divry non prende fiato, dalla prima all’ultima riga
sfoga con un ragazzo che bivacca nel seminterrato di una biblioteca di una
provincia rabbia e dolori. Ad urlare è l’anima ferita da un amore tradito e
dall’angoscia del tempo che consuma i giorni.
“Il
fatto è che la gente è sola. Terribilmente sola”.
Il
rifugio della bibliotecaria sono i libri, quella cultura che sembra l’unico
sollievo alla desolazione, l’unico conforto all’angoscia della solitudine,
appunto.
Eppure
proprio l’ordine maniacale dei libri inseguito e adorato per placare il
disordine interiore diventa una gabbia nella quale la donna, non più giovane e
non più bella, sente sfuggire il senso della vita.
Attratta
da Martin, un giovane studioso frequentatore della biblioteca, inizia ad
interrogarsi fino a toccare e a svelare le inquietudini più profonde. Di lui l’attrae
subito enormemente la nuca: “la nuca è una promessa,la sintesi di tutta la
persona…” Tanto più cresce l’attrazione e il desiderio di godere della sua
compagnia tanto più la nostra custode di libri sente scricchiolare il suo mondo
fatto di libri. Lei non riesce ad avvicinarlo, le manca il coraggio, avverte la
sua indifferenza e così si accorge di non poter abbracciare emozioni reali: “a
cosa sarebbero serviti Simone de Beauvoir ed Eugène Morel, se Martin non
venisse?”
In
questa triste e implacabile verità la bibliotecaria scopre che la dedizione ai
libri è spesso solo una fuga, un trucco per rasserenare lo spirito, un diversivo
per ingannare i sensi, un calmante per le nevrosi.
Sophie
Divry riesce perfettamente a navigare nel dualismo tra sentimenti e verità
opposte. Da un lato celebra la letteratura e la grande ricchezza che elargisce
e dall’altro invita a cogliere l’essenza della vita nell’umana realtà.
La
custode di libri è zeppa di piccole e grandi frasi memorabili.
Alcune
sono appassionate e commoventi: “i due insieme, il libro e il lettore, al
momento giusto della vita di ognuno, possono fare scintille, produrre un fuoco,
un incendio, sono cose che cambiano l’esistenza”.
Altre
sono un geniale e sferzante divertissement : “che cos’è un americano se non
europeo che ha perso la nave del ritorno?” e, a proposito dei libri espresso,
quelli “d’attualità: ordinati, scritti, stampati, presentati in televisione,
comprati, ritirati e mandati al macero in men che non si dica. Di fianco al
prezzo gli editori dovrebbero mettere la data di scadenza proprio perché non
sono altro che prodotti di consumo.”
Fino
all’affondo sul disastro dell’intontimento di massa: ”Bisogna reagire, bisogna
fare qualcosa, il ministro vi inganna, piccoli miei, lo sa bene, lui, che la
rivoluzione non si fomenta nel rumore, ma nel silenzio mormorante delle
letterature personali”.
Stile
simpaticamente impertinente, trama traboccante di spunti, lunghezza ideale per
una scossa di lettura che non levi spazio alla vita vera…
Un
piccolo, grande libro. Bello, davvero bello!
La custode di libri di Sophie Divry,
Einaudi, Stile libero big
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