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mercoledì 7 novembre 2012

Piccolo inno alla fatica


A me fisicamente disturba il sudore ma la sua essenza resta inebriante, impossibile convincermi del contrario. Perché a me non viene proprio in testa il sudore del caldo, io sono rapita da quello della fatica. Dal colore e dal sapore della fatica. Da quella sua straordinaria potenza!
Conosco gli esseri umano dal loro amore o dal loro odio per la fatica, accidenti è proprio così. E quando la fanno grondare di sacrificio non so se provo rabbia, desolazione o pietà. La fatica è la nostra vita. E’ con lei che proviamo di esserci, che sentiamo chi siamo, che arriviamo a toccarci, che conosciamo il mondo, che tiriamo fuori dalle mani una meraviglia. E’ un ponte, la fatica. Ma anche la verità, dei nostri muscoli e del nostro intelletto.
Ti imbratta i vestiti, la fatica. Ti mette i calli ai piedi, la fatica. Ti fa venire le occhiaie, la fatica. Ti fa sentire il battito del cuore, ti bussa dentro, ti abbraccia, ti fa sentire qui e ora aria, terra, fuoco. E’ una necessità, la fatica. Perché solo lei ti fa capire, amare, creare, raggiungere, godere.
Trovo terribile un’esistenza senza fatica. Un’esistenza con l’inquietante assenza della fatica equivale al vuoto cosmico, che non so se esiste e che roba è. A me piace la stanchezza della fatica, è un regalo talmente grande che si può ricambiare solo con nuova fatica, con la dedizione continua.
Prodigarsi ha un suono che non mi rallegra però il concetto mi garba molto. Lo tradurrei quasi in vivere di fatica. Sorridete, è una splendida immagine! Non tirate in ballo l’usura, il logoramento, l’esaurimento, per carità. Abbiamo forze ed energie solo per usarle, ne sono sicura…E la faccia della fatica è bellissima.

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