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sabato 10 novembre 2012

Signora, si sposti più in là!


Il gorgheggio sincopato. Il volo convulso tra argomenti. Lo sguardo volubile che vaga ovunque. La destrutturazione totale tra posa, parole, fatti. L’assenza assoluta della modalità ascolto. E l’eccitazione, abnorme ma rigorosamente negata.
Signora…si rilassi! O, almeno, si sposti più in là. Qui inquieta, turba, logora!
Tipologia critica di donna in overdose di energia, sentimentalmente irrisolta.
Nel guazzabuglio degli ormoni che temono il tempo e delle tensioni umano-sociali delle donne con gli ormoni che temono il tempo, c’è un vortice di pulsioni nevrotiche, di desideri repressi che non si vorrebbero reprimere, di fretta che butta bucce di banana dappertutto, di cliché da manuale del buoncostume almeno da fingere di rispettare, di smanie carnali goffamente occultate sotto guizzi di ingenua euforia, di sogni romantici a tinte fuori arcobaleno.
Quasi ti disponi a comprendere tutto, sono umane criticità della vita.
E tolleri l’impazienza, la confusione, il capriccio, la frenesia. L’ultimo vigore fisico lucidato, caricato e sparato all’impazzata. Pure l’assalto stridulo perenne al timpano. E, con generoso affetto, sopporti anche di essere sempre voce che parla nel vuoto della sua distrazione totale.
Ma è quel bon ton delle apparenze che proprio manda i nervi in tilt. Quel modo affettato che talvolta infila nel suo contesto assurdo credendo di infinocchiarti, fingendosi perfettamente calata nella realtà e presente agli altri in testa e spirito, destreggiandosi  in scialbe performances da quieta anima in equilibrio perfetto, è decisamente urticante!
Vorresti urlare. Per intimarle di risparmiarsi quella pantomima sulla sua compostezza e sulla sua partecipazione cosciente al civile consesso almeno per non abusare della abbondante tolleranza di cui appunto gode.
Non lo fai. Non lo fai illudendoti che le sue pile prima o poi cedano. Non lo fai per una sorta di debito verso che la vita che non ha ridotto te a una caricatura grottesca. Non lo fai perché pure tu sei fottuta da quella forma di buona creanza che avvolge tutto nella patina di una fantomatica comprensione. Fai spallucce e speri che domani trovi pace.
E se domani torna più sfasata e pimpante che mai?

1 commento:

  1. Un giorno leggerà "Madame Bovary" e si preoccuperà di non fare la stessa fine...
    Ciao Irene, splendido post

    dragor (journal intime)

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