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mercoledì 27 marzo 2013

La decrescita felice di Maurizio Lupi


Durante la puntata di Ballarò, senza alcuna indignazione di Giovanni Floris, il vice presidente della Camera dei deputati Maurizio Lupi del PDL accennando con tono critico (o ironico) alla decrescita felice dice più o meno “credo che nessuno possa essere felice se impoverisce”.
Il fastidio per la decrescita felice è feroce nella classe politica. Lupi non è affatto isolato, insomma.
Possiamo rispettosamente prendere atto di qualsiasi idea contraria, evviva la libertà di pensiero. E’ intollerabile però l’interpretazione della decrescita felice, assolutamente deviante oltre che idiota, che la politica si ostina a propinare alla gente. Se davvero un politico non avesse capito cos’è la decrescita felice non meriterebbe di rappresentarci e ricoprire il ruolo che ricopre. Se finge di non comprendere per prendere per il naso i cittadini gettando fango su una intelligente e opportuna “filosofia” di qualità della vita è necessario sia subito smascherato.
Un chiarimento, accidenti. Almeno in nome di quella informazione che i giornalisti vantano di difendere e diffondere. Se Beppe Grillo non si concede ai microfoni o alla carta stampata i giornalisti insorgono perché si sentono offesi, umiliati, ingiustamente considerati tutti schiavi dell’ordine costituito. Quando poi hanno per le mani qualcosa o qualcuno da smontare per esercitare con dignità e correttezza il mestiere svicolano.
Per fortuna c’è il web, direbbe qualcuno. Ma il guaio è che milioni di italiani stanno incollati alla tv e le danno ancora parecchio credito…
Non mi resta che augurare comunque a tutti una decrescita felice, politici permettendo.

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