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mercoledì 24 aprile 2013

Caro Beppe Grillo – lettera aperta -


Mesi fa, mentre partiti e pensatori prezzolati lanciavano l’allarme per la delusione che avresti rifilato agli italiani, ho espresso il serio rischio che alla fine il deluso potessi essere tu. Tu e quelli che credevano in un popolo “pronto”.
Ribadisco, repetita juvant, ai lettori che non ne faccio questione di scelta politica. E’ sostanza culturale, civile e giuridica, questa. Il punto non è condividere “programmi” ma scegliere tra cittadinanza passiva e attiva, tra affidamento al “sistema” o concepimento e partecipazione a un nuovo corso della storia del Paese.
Su questo però, caro Beppe Grillo, qualche responsabilità dovete assumervela altrimenti si sgretoleranno davvero molte speranze di cambiamento sociale.
Ha ragione Debora Serracchiani: gli italiani hanno bisogno di leader. Non sono cittadini maturi, non sono riusciti a diventarlo e i partiti hanno lavorato bene perché non lo diventassero dal 1948 ad oggi. E allora il M5S, piaccia o non piaccia, deve avere un leader anzi, deve averne due. Uno c’è, d’accordo, sei tu. Ma tu sei un perfetto leader emotivo, da piazza. Adesso il M5S siede in Parlamento e serve dunque che abbia un leader “istituzionale”. Poi ti occorre, lo ripeto, un comunicatore giuridico. Il tuo blog è emotivo come te, fai gestire a qualcuno del Movimento un blog di “educazione civica” alla democrazia.
Il PD ha dimostrato, ecco appunto quanto sia condivisibile l’affermazione della Serracchiani, che senza un leader a Roma arriva l’armata Brancaleone. Il PD ha dimostrato che non ha alcuna autentica e limpida connotazione culturale-giuridica.
D’altra parte il PD non vi ha accolto a braccia aperte anche perché non ha potuto riconoscere il sentimento popolare. Nel PD non giudicano cittadini quelli del M5S ma contestatori. E non puoi davvero immaginare che questi vecchi volpini (volpi politiche non sono, per carità, ma almeno volpini bisogna concederglielo) non conoscano un po' i loro polli.
Senza offesa ma l’italiano odia le lotte e ama le scorciatoie, caro Grillo. Se capiscono che la democrazia si deve sudare ti voltano le spalle in un nanosecondo. Figurati poi se non lo prepari a puntino cosa ti combina!
Questo il PD l’ha provato sulla pellaccia un numero quasi incalcolabile di volte.
Ecco perché per un attimo mi sono augurata potesse salire al Colle il prof. Stefano Rodotà. Sarebbe stato un Maestro, per voi e per noi, di diritto, democrazia, laicità, libertà. Però, credimi, anche molti di quelli che su facebook (la mitica rete) convergevano appassionatamente su Rodotà si chiedevano “chi fosse”. E le risposte erano ancora più illuminanti: ricordavano due o tre cariche ricoperte, punto. C’era davvero una conoscenza miserabile del patrimonio culturale di Rodotà e questo spiega tristemente molte, moltissime cose.
Nel nostro bel Paese è più facile che sia popolare Silvio Berlusconi, caro Grillo, che Stefano Rodotà. Capisci?
Adesso il momento è cruciale. Non è per lo spread o i mercati che non abbiamo tempo. Il
dramma è che uomini come Rodotà non hanno decenni a disposizione e, dopo di loro, rimarrà ben poco della civiltà di cui dovremmo essere fieri e rispettosi.
I discorsi emotivi non bastano più, è necessario costruire il consenso su profondi pensieri caro Grillo. Non sarà facile con gli italiani ma bisogna provarci, subito. E il leader “istituzionale” come il comunicatore giuridico dovranno parlare e ascoltare, ricordalo. Solo accettando il confronto potranno dimostrare di avere un substrato che ai partiti manca, solo così potranno diventare un riferimento reale per gli italiani.
Sono sicura che recepirai il messaggio.
Con la mia laurea in giurisprudenza in tasca e il sogno di un Paese “migliore” che non vorrei finisse nel cassetto sono una donna di sinistra che da molti anni non sa più se sinistra è un concetto sinistro, obsoleto, morto o solo negato dai partiti. Non credo di essere proprio sola e vorrei che i cittadini potessero ancora scrivere la Storia.
Per questo seguo molto la “politica”. Sui libri, in piazza, sul web, tra la gente, in tv, sui giornali, ovunque e comunque. Così ho seguito anche te e il Movimento. Vorrei tanto che al disastro della sinistra non seguisse anche il vostro. Perché alla democrazia voi e la sinistra dovreste essere indispensabili. Forse è tutto qui. 
Non importa, d’altra parte, per chi ho votato. Sono una cittadina e dovrei essere letta da tutti.

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