Pagine

giovedì 4 aprile 2013

Pazzi per i pois


(Premetto che pazzi per i pois è un titolo intercettato, non potrebbe mai essere farina del mio sacco, è una pugnalata l’accostamento della “pazzia” alla frivolezza dei capricci).

Non me ne vogliano gli stilisti ma le campagne che fanno “impazzire” dalle smanie d’acquisto stanno al periodo esattamente come le macchie al giaguaro. Bucce di banana o rebus, ecco. Chi è in crisi economica profonda non se la fila proprio roba del genere, è chiaro. Ma pure gli altri, per quanto stiano ancora a galla, di star lì a pensare a quale abitino indossare durante la resistenza o in caso di acque turbolente, direi non hanno grande voglia.
Attenzione, direte. Dobbiamo pure tenere in piedi la moda altrimenti sono cavoli amari per chi ci lavora. D’accordo. Se produciamo noi e guadagniamo noi, ci sto e mi metto a fare promozione, davvero! Verso il mercato che può, ovviamente. Perché qui un po’ di urgenza di realtà dovremmo avercela tutti, ai piedi. Non è proprio momento di spalmare occhiolini di seduzione a tutti, suvvia, basta. Ci hanno già rimbecillito abbastanza, ora se riprendiamo qualche contatto con la lucidità non guasta, anzi. Indosserò tutta la tinta unita che ho nel guardaroba, non per fare anticonformismo di tendenza, per necessità e buon senso. Se l’armadio abbondasse di righe o fiori farei la passerella con loro, certamente.
Quanto ai pois che finiscano pure sui corpi ricchi, insomma. Ovvero quelli che hanno il dovere di mantenerlo, questo sistema di forzature estetiche ad oltranza, per questione di quattrini e di effimeri svolazzi mentali.
Non dovrei sprecare energie a scriverne? Può darsi ma il fastidio che mi procura questo dubbio è fonte preziosa di carica. Sul sentiero del fascino anche una certa irritazione affina gli strumenti per mettere le ali a un provvidenziale distacco…
Di stelle è piena anche la notte più buia.

Nessun commento:

Posta un commento