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martedì 16 aprile 2013

Primo MANIFESTO PER DONNE FIGHE


Care amiche, non siete troppo grasse, troppo magre, troppo basse, troppo alte. Non avete il seno troppo voluminoso, troppo piccolo, troppo floscio. Non vi fanno difetto la caviglia troppo grossa o le braccia troppo muscolose.
Siete semplicemente troppo preoccupate. Preoccupate di fare brutta figura con la vita. Tanto preoccupate da perdere di vista la legge d’oro del tempo. Ogni minuto schiacciato sotto l’ansia o impigliato nel disagio è sottratto a possibilità migliori. In fondo lo sapete, non siete troppo sciocche.
Peraltro è inutile che vi racconti quanto vi capisco. E in verità temo pure di dover sorvolare sulla storia della saggezza che viene con gli anni, fareste spallucce. Allora posso solo scrivere un promemoria: non dimenticate la legge d’oro del tempo.
Questo è il primo MANIFESTO PER DONNE FIGHE. Per utilità, o per diletto, potranno seguirne altri. Leggere le istruzioni è consigliabile, seguirle è rigorosamente facoltativo. Anche perché, è bene chiarirlo, in materia sono un disastro. Confesso che assumerò la medicina con voi, cavie alla pari.
FIGHE non si nasce, si diventa. Questione di spirito. Se non è innato bisogna lavorarci su ma i risultati sono quasi assicurati. Occorre presentarsi già alla sfida del mattino allo specchio con occhio da figa e bocca aperta in esclamazione di gioia, stupore, ammirazione. Se ciccia, spigoli, occhiaie o capelli crespi remano contro bisogna fare esercizio di risata, insomma sbrodolarsi addosso il suono argentino della disarmante simpatia. Se ancora non dovesse bastare a fugare ogni dubbio sull’appeal da figa è necessario osare, infilarsi nell’abito che piace oltre ogni ragione e giocare con qualche trucco senza maquillage ovvero scoprire audacemente le virtù caratteriali più lodate. Per qualcuna sarà il romanticismo, per altre il piglio carismatico, per altre ancora la prestanza atletica. E via, in strada, a far svolazzare le grazie.
D’accordo, non sono riuscita a convincervi. Considerando che non vi inviterei mai, amiche mie, a considerarvi fighe “per paragone” cioè consolandovi della bruttezza altrui (la mia o di chiunque), vi propongo allora un cammino più sano e divertente: l’affermazione della diversità,  anzi del vostro tratto esclusivo, no meglio della coscienza esaltante.
Non è una roba tipo “tirarsela”, naturalmente, che quella è posa di chi nasce boriosa e a
noi proprio non calza. E’ un profilo nobile e sereno di consapevolezza briosa di sé. Non prendetela per rassegnazione, per carità. Se mai visione positiva, dignità gioconda. Solo perché siete così imperfette ai vostri occhi siete riconoscibili a quelli del mondo.
Ho capito, è ottimismo non contagioso. Devo escogitare percorsi più allettanti per persuadervi a calarvi nei panni delle fighe. Bene, chiudete gli occhi e immaginatevi esattamente come vorreste essere, più grasse, più magre, più basse, più alte, poi sparatevi una serie di domande e state in ascolto delle risposte.
Se con la bellezza delle vostre fantasie la vostra anima rimarrebbe identica siete indiscutibilmente FIGHE. Se con quella invece ingarbugliereste la legge d’oro del tempo con odiosi preziosismi siete assolutamente pregate di riaprire gli occhi al volo e, fighe o non fighe, a tirare avanti per risparmiare all’umanità un altro orpello insopportabile.
Insomma in entrambi i casi vi sarete convinte a far pace con le vostre smanie. E a quel punto, per magia, scegliereste di giocare a incoronarvi fighe per riappropriarvi in un balzo del pieno rispetto della legge d’oro del tempo.
Avverto che siete ancora decisamente scettiche, state per bollare queste righe come assurde, vane, stupide o giù di lì. Però io, vi sia ben chiaro, non getto la spugna. Prima o poi ce la faremo, lo prometto: tutte libere e fighe, dentro e…per riflesso incontenibile, anche fuori.
Medito il prossimo MANIFESTO.

2 commenti:

  1. E sopratutto più che la risata, il sorriso !
    Troppe faccie incavolate, dure, tirate. Sorridere non costa nulla e predispone bene anche ad essere consierate più fighe e magari con meno difetti.
    Pier

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  2. Eh si Pier tante volte siamo parche di sorrisi, allo specchio e con gli altri. E la vita si incupisce...

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