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martedì 16 aprile 2013

L’accompagnatore


L’annuncio del destino è lì, in una pallottola di carta sulla scrivania disordinata. Forse non era finita nel cestino per lasciare traccia o magari sei corsa via e hai lasciato tutto alla rinfusa. Con zelo che la fortuna ha voluto maniacale lui l’ha spiegato e letto.
L’accompagnatore buttava un amo selvaggio e romantico in parti uguali, perfetto in ogni respiro per la tua anima inquieta, avevi sicuramente abboccato. Chissà come ti tremavano le mani quando hai fatto quel numero e ti sei schiarita la voce per ingoiare l’imbarazzo. Sicuramente hai srotolato le parole con furia perché dovevi fare in fretta, prima che l’impulso della disperazione si chetasse. Avevi bisogno di andare subito fino in fondo, di toglierti di dosso quell’angoscia maledetta.
Timida e inibita, così ti diceva. Troppo per scaldare il letto di pulsioni voraci. A lui della tua tenerezza d’amore non importava affatto, voleva un bruciore osceno che non ti apparteneva. Devi aver pensato che potevi imparare tra altre braccia di un altro a essere la donna di quel consumo senza cuore. Devi aver sperato di farcela, a allenare il corpo a godere senza occhi incantati. Volevi farlo per tornare da lui e, finalmente, essere desiderio delle sue mani, della sua bocca, del suo sguardo.
Il tuo cellulare è spento e lo rimarrà per sempre. Cosa sia accaduto al fatale appuntamento è un orribile macigno sulla sua coscienza stordita. Dovevi semplicemente lasciarlo, smetterla di inseguire un sogno impossibile, prova miserabilmente a pensare per nascondersi dietro la colpa della tua fragilità. Ma è solo un attimo, poi l’annuncio del destino si scaglia anche contro di lui sbattendogli in faccia una verità insopportabile. Se avesse coraggio sceglierebbe di seguirti. La viltà, più crudele, lo condanna a un’agonia che assomiglia molto alla tua.

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