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martedì 2 luglio 2013

Il gabbiano di Portoferraio

Scendiamo dal traghetto e attendiamo al molo di attracco il gommone che ci porterà a bordo della Bonita, imbarcazione a vela e motore che ci ospiterà per una settimana nelle acque intorno all’Isola d’Elba.
L’allegria della vacanza è smorzata da una nota triste. Lì, su una catasta disordinata di legname e rottami, c’è il gabbiano che non vola. Il gabbiano adottato dai marinai del porto, il gabbiano di Portoferraio, il gabbiano che a ali spezzate non potrà mai diventare Jonathan Livingston. Una vita amara e sospesa, penso.
Che farà mai un gabbiano prigioniero di un corpo che non libra libero in quel fantastico paesaggio? Chissà se la vista gli restituisce dolore o speranza. Chissà se desidera morire o ha trovato la pace della pazienza.
Questione di destino. Ma il gabbiano di Portoferraio forse crede sia solo un lungo momento sfortunato.
Lo guardo. Sembra fiero e curioso come tutti i gabbiani, garrisce fragorosamente come gli altri, ha l’aria sana e nutrita. E’ come se fosse stato adottato, qui si prendono cura di lui, mi rassicurano. E allora l’idea che non possa solcare i cieli, planare sul mare a caccia di prede, volteggiare con lo stormo mi sembra un po’ meno crudele. Provo a convincermi che ha stretto un patto con i compagni: lui, di vedetta, terrà in caldo un posto per partenze e ritorni e loro gli porteranno il diario di bordo. Lui diventerà il loro consulente meteo e loro gli narreranno ogni avventura porgendogli con il becco un po’ di cibo prelibato.
Capisco che è un’illusione romantica. La storia del gabbiano di Portoferraio non è un romanzo, è vita vera. Però ho bisogno di immaginare, almeno per un attimo, che sia possibile una felicità della generosità e degli affetti. Che il gabbiano senza ali abbia tanti amici che fanno a turno per tenergli compagnia. Che i gabbiani dell’Isola d’Elba volino più forte e più in alto grazie al verso di incoraggiamento del fratello terrestre.
In fondo qualche volta una bugia è l’unico antidoto alla malinconia…
Ma il provetto skipper che ci carica sul tender mi riporta alla realtà. Scherzi? Sarebbe contro natura.
Ecco, contro natura. Quindi un gabbiano che non vola non è più un gabbiano. E non c’è gabbiano con le ali funzionanti che possa stare al fianco del gabbiano di Portoferraio.
Non c’è vacanza senza spina. Questa è la mia.

A sfamarlo provvedono gli umani. Tutto il resto è buio.

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