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sabato 14 dicembre 2013

Lo stratega

Di certo ce ne sono di bravi assai. Pure nell’anima, intendo.
A me interessa il perfido maldestro. Che poi è più o meno uno stratega fasullo perché gli altri, prima o poi, lo destinano al cestino dei rifiuti senza neanche troppe strategie.
Il tizio in questione inciampa da solo nell’illusione della furbizia e della tattica, nella presunzione ad oltranza, nella cocciutaggine fuor di umana misura. E’ uno stregone delle alchimie fallimentari. Tanto intruglia da esplodere con la provetta in mano.
E’ spiacevole, talvolta. Nel delirio, infatti, partorisce idee di qualche valore. Se non fosse per le smanie dell’ego che si vanta di astuzia e si fa largo a spallate le potrebbe pure far fiorire. E invece le mortifica, a colpi di piccone come uno zoticone qualunque.
Ovviamente non strappa sorrisi. Troppo pedante per riscuotere simpatia. E quando poi lo cogli con le mani nel sacco è di quelli che prenderesti volentieri a pedate nel fondoschiena perché tenta ancora di sproloquiare, di infilare la polvere sotto il tappeto, di ribaltarti addosso la sua nefandezza. Ma è bene non farsi prendere dall’ira. Nuoce gravemente a se stesso,  innanzi tutto. E lo fa già senza le nostre pedate.
Se mai c’è una cosa che lo distingue dal resto del genere umano:  si procura legnate invalidanti ma, strategicamente, finge di essere sano e salvo. Evviva, contento lui contenti davvero tutti!

Comunque attenzione, lo trovate talvolta sotto ingannevoli costumi. Intento a occuparsi di letteratura, fare il critico cinematografico per parenti e amici, ascoltare musica classica, visitare musei. Un’ottima copertura. Se quindi volete sottrarvi al suo campo minato, prima di saltare in aria con lui, datevela a gambe subito. Altrimenti, se vi piace la strategia, giocate le vostre carte fino in fondo con un visino quasi angelico. Tanto voi le mine le evitate, lui no.

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