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sabato 4 gennaio 2014

I gatti di Nizamuddin

Nilanjana Roy ci teletrasporta, un po’ come Mara la piccola gatta Emittente, in un mondo apparentemente parallelo. Quello dei felini, soprattutto. Ma anche dei cani, dei topi, delle manguste, delle tigri, degli uccelli.
La verità però è che la storia dei gatti di Nizamuddin è forse una grande allegoria.
La trama è avvincente e gradevole e, sicuramente, lo zampino dei gatti è fondamentale. Chi li conosce e li ama non può che comprendere al volo quanta seduzione possano esercitare sul lettore. Lo sviluppo è complesso, a tratti indulge con lentezza su minuziose descrizioni di contesto ma, il più delle volte, si infila nei meandri dei pensieri per delineare i profili con grande cura. E in questo, come nei risvolti del racconto e delle relazioni tra i personaggi, è molto forte e appassionante il richiamo a sentimenti e aspetti molti “umani”.
Le avventure dei gatti randagi, la vita alternativa dei gatti dei Piedoni (quelli domestici) e il terribile scontro con i Ferini, non sono tanto diverse dalle dinamiche del cammino degli uomini. E Nilanjana Roy racconta una storia universale che attraversa la natura, quella degli istinti, e incontra le dimensioni della vita, dell’amicizia, delle emozioni, delle paure. Fantasia e realtà sembrano mescolarsi in armonia perfetta. Nel dolore come nella gioia. Si sorride, con la Roy. Ma si riflette e ci si commuove, non poco.
Miu Miu, Beraal, Katar, Mancino, Hulo e Mara assomigliano molto a noi. Anzi, forse ci consegnano qualche lezione. Peraltro nello stile denso della Roy il ritmo è proprio quello ideale per apprendere perché arriva un poco alla volta, sbuca fuori dalle pieghe, fa le fusa e si manifesta con miagolii inequivocabili.

Un bel libro. Scoprirete quante domande possono farsi i gatti e, soprattutto, quante risposte sanno darsi. Saggezza e dolcezza.

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