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mercoledì 22 gennaio 2014

Il capitale umano

E’ l’ultimo film di Paolo Virzì. Di un realismo dirompente. Con un cast che nell’interpretazione magistrale gela il sangue. Più che alzare il velo sulla cinica e cruda realtà lo squarcia, con una storia “normale”, di feroce attualità.
I poveri valgono meno dei ricchi, il destino atroce è in agguato per i deboli e gli indifesi, la tenuta morale di tutti è così labile da crollare al primo scossone. Il bagaglio di egoismo e avidità corrompe tutto e tutti e finisce per tradire pure i sentimenti.
Con Il capitale umano la serata al cinema inchioda alla consapevolezza rabbiosa, triste, dolorosa di una deviazione inquietante, così subdola e forte da risucchiare la società intera. Quello che ci presenta è il nostro impietoso Paese, la nostra cultura depravata, la nostra umanità slabbrata e svilita.
L’indagine emotiva sui protagonisti che Paolo Virzì sa condurre rivela proprio l’abisso. Il nucleo marcio contamina qualsiasi dolcezza o resistenza, travolge i sogni, violenta la speranza. D’altra parte la brama di agiatezza si confonde con il legame familiare, la protezione dei figli, quella sorta di giustificazione all’orrore del singolo che scarica la responsabilità sulla collettività. E’ la nostra quotidianità: pur svuotando di senso la vita stessa non osiamo, non vogliamo, non possiamo reagire al furore di una sconvolgente pochezza.
Con fatica Serena e Luca riusciranno a stare fuori dal tunnel, grazie a Roberta la psicologa ma la loro sarà appunto la strada più dura. Tra splendore e miseria gli altri, anche i più esitanti o i più “ingenui”, alla fine non hanno dubbi. Si adeguano, con buona pace della percezione chiara dell’ingiustizia e della bruttura. Nessuno riesce a sottrarsi a un posto al sole, alla lusinga del lusso, alla tranquillità della consuetudine.
Ho trovato il film impeccabile anche se, personalmente, preferisco gli approcci più leggeri. Non voglio mettere la polvere sotto il tappeto e tanto meno chiudere gli occhi davanti alla deriva ma vorrei che gli esempi positivi, per quanto certamente meno potenti e numerosi, trovassero qualche forma di riscatto, almeno al cinema. Non per il lieto filo mieloso che metta a tacere lo sconcerto della verità piantata come un pugno nello stomaco ma per cercare un po’ di sano orientamento alla “vittoria dei migliori”.
Arrendersi ai numeri del finale de Il capitale umano è quasi insopportabile.

Comunque ottimi Valeria Bruni Tedeschi, Fabrizio Bentivoglio, Valeria Golino, Fabrizio Gifuni, Luigi Lo Cascio, Giovanni Anzaldo, Matilde Gioli, Guglielmo Pinelli, Gigio Alberti.

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