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venerdì 21 marzo 2014

Ciccio Accardo una chitarra per Rocco Papaleo

Lo associo alla voce di Rocco Papaleo, al suo teatro-canzone, alle sue performances live su e giù per l’Italia, a quella band che dal palcoscenico suona e narra.
Ciccio Accardo ha quasi la faccia della sua chitarra. Come quelli che la musica ce l’hanno nel cuore e si vede. Con gli occhi della sua calda terra e uno stile misurato, come se i colori e i ritmi fossero solo nelle note. Un po’ dolce un po’ compassato, a rispettare la scena e la melodia. O così mi è sempre parso. Nel sorriso aperto e nelle pieghe tese alla perfezione, in quel tocco accurato mosso con scioltezza e nel mazzo di sogni che intravedi nella sua testa.
Io l’ho ascoltato sempre con Rocco Papaleo e a teatro in Una piccola impresa meridionale bis con gli altri straordinari strumenti animati da Jerry Accardo, Guerino Rondolone e Arturo Valiante. E in qualche modo mi è arrivato come il tassello di un percorso e di un’impronta. Una chitarra che è parte di una storia, ecco.
Mi è piaciuta la spontaneità e quel vago, forse malinconico, silenzio che ogni tanto gli cala addosso. Oltre alla bravura, naturalmente. Che sa di passione e lavoro ma anche di una sferzata di cultura delle origini e di lieve magia.
Limpido e gradevole Ciccio Accardo. Lo immagino alle prese con i pensieri e le armonie, magari intento a formulare desideri o a sorridere dell’accordo giusto. In scena e nella vita. E mi auguro di poterlo sentire ancora e ancora.

Grazie, Ciccio Accardo, per il divertimento lieve e le emozioni.  

1 commento:

  1. Off-topic: sei stata ispiratrice - e quindi te l'ho dedicato - di un post che ho appena pubblicato.

    Se ti va, passa da me un attimo.

    Buona domenica, un abbraccio,
    HP

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