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martedì 13 maggio 2014

La musica dei sordi

La mia musica arrivava da un cd, da un vecchio vinile, dalla radio. In discoteca, al bar, sulla spiaggia, in macchina. Magari blues o rock o jazz. Un motivetto pop, un tormentone rap. Il timbro dei passi e dei pensieri. Perché in fondo, e per fortuna, governa me come tutti. Seducendoci o dandoci una scossa.
Che ci possiamo piangere o ballare, con la musica. Esplorare emozioni o godere di un guizzo di allegria. Difficile davvero immagine una vita senza suoni.
Lui l’ho incontrato e avuto al fianco, spesso. Senza sapere. Nato o diventato non so, comunque sordo. E a scoprirlo per un attimo ho avuto pudore della gioia di una melodia. Un senso di tristezza, quasi di smarrimento. Ma mi ha sorriso, a lungo, guardandomi spegnere lo stereo. Poi l’ho visto muoversi e ho letto quello che scriveva. Con un suo ritmo, con una sua armonia. Ecco la misteriosa dimensione del silenzio. Probabilmente con gli altri sensi più sviluppati, con la musica dei suoi pensieri, con una speciale fantasia del rumore. Qualcosa che a livello interiore canta e agita le note di uno spartito che non conosco ma mi affascina.
Penso a una voce muta che magari balena alla vista e sfiora la pelle. O tocca direttamente il cuore, chissà. E a come lui la elabora, con tutte quelle percezioni e quelle sfumature che mi sfuggono. Come se leggesse un pentagramma nuovo.

Così mi incammino a sognare tutti i mondi possibili, lo spazio di vibrazioni infinite, l’aria di emozioni indescrivibili. Con un po’ di commozione o di stupore. Con la consapevolezza che saprò sempre poco, troppo poco di tutta la musica dell’umanità.

2 commenti:

  1. Esiste anche una musica fatta di vibrazioni che corrono dalle mani al cuore, lungo la pelle e i muscoli, poi sino al cervello. Una musica misteriosamente profonda, bellissima, cui noi non abbiamo accesso.
    P.

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  2. ...E' vero, non vi abbiamo accesso. Ma è bello percepire che c'è ;)

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