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lunedì 11 agosto 2014

Lettere d'amore

E capì tardi che dentro
quel negozio di tabaccheria
c’era più vita di quanta ce ne fosse
in tutta la sua poesia
e che invece di continuare a tormentarsi
con un mondo assurdo
basterebbe toccare il corpo di una donna,
rispondere a uno sguardo…
e scrivere d’amore
e scrivere d’amore
anche se si fa ridere
anche quando la guardi,
anche mentre la perdi
quello che conta è scrivere
e non avere paura
non aver mai paura
di essere ridicoli
solo chi non ha scritto mai
lettere d’amore
fa veramente ridere
Insuperabile, la freccia poetica di Roberto Vecchioni. Incantevole, essenziale, disarmante. E quanta tristezza, per il tempo che non conosce più lettere d’amore. Per gli amori consumati senza ridere. Per le lacrime versate su una dolcezza evanescente. Per tanta, troppa, scabrosa crudezza.
Che la poesia è ancora lì. Sul corpo degli uomini e delle donne, negli sguardi, tra le parole. Aspetta solo di essere colta. Di regalare un sorriso. Di accelerare i battiti del cuore.

Già, fottuta paura di essere ridicoli, romantici o, semplicemente, veri. Magari di svelarsi, di apparire debole, di soffrire. E, nella paura, smettiamo di vivere l’una e l’altra, la poesia e l’amore. E pensare che ci farebbero ridere, ridere, ridere. Di gioia e meraviglia, di godimento e di euforia.

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