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martedì 17 marzo 2015

Basilicata: cosa vuoi più di una Pepsi?

Non solo Lucano, adesso c’è la popolare Pepsi Cola. Già, il nuovo spot della bibita sarà girato tra Matera, Craco e Aliano.
E avanti, insomma. Di film in evento, sempre più in scena. A sdoganarla, la Basilicata dei giorni nostri, è stato il mitico Rocco Papaleo naturalmente. Con e dopo di lui riflettori puntati. Già, i paesaggi. O forse la novità: le atmosfere che praticamente altrove dovresti riprodurre artificialmente con un pesante lavorio retrò e invece tra i Sassi e i calanchi trovi intatte.
La verità sta qua e là, in parecchi giri che è quasi impossibile compiere in una manciata di righe. Resta il senso, quello che può avere e quello che –chissà- potrebbe svelare orizzonti intellettuali.
Avendo qualche esperienza mi viene da pensare alle aree protette, quelle che con l’idea di mantenerle incontaminate vengono difese anche troppo. Tanto da tenerle ferme, per intenderci. Del resto penso anche alla terra alla riscossa, quella che esce dal silenzio, trova una voce e, finalmente, si mette a parlare. Insomma fa un discorso suo, ecco. Che non è solo adagiato sugli allori della natura, del passato, di un confinato illustre e di qualche prelibatezza ma che, anzi, intraprende un cammino.
Questione di personalità, diciamolo. Quella di Basilicata è zona peculiare. Assai, direi. E questo dovrebbe essere il punto di partenza. Ora che c’è la luce mi piace immaginare i lucani all’opera. Per guardare avanti. Per non farsi appiccicare addosso il bollino di parco sotto tutela.
Devo spiegarmi meglio?
Credo che sia tempo di scelte e passione. La crisi non aiuta, lo so, ma il pericolo si annida altrove. In ogni angolo di questo Paese dovremmo andare fieri del patrimonio che abbiamo ereditato. Però a rimirarlo rapiti non se ne cava granché, al di là di una propria intima beatitudine, ovvio. Bisogna farlo respirare, accidenti. Mentre vagheranno con Pepsi in giro per il mondo sarà bene che i panorami si apprestino ad aprirsi allora.
Basilicata on my mind, canta meravigliosamente Papaleo. Ecco, bisogna tenerla in testa, non stretta in pugno. E’ una terribile prospettiva quella dell’enclave, finisce per odorare sempre di extrafrontiera. E’ come tenere una serra nel bel mezzo di una libera campagna.

Forza Basilicata libera, canterei ora. Che vuol dire affrancata dalla rischiosa illusione che l’originalità valga l’isolamento. Niente è grande davvero se non può essere nel cuore di tutti.

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