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venerdì 8 maggio 2015

Amori (in)differenti

A me l’omofobia fa un po’ paura un po’ tristezza.
Là dove albergano ignoranza, presunzione, pochezza e quanto altro anima l’omofobo c’è ragione di orrore e terrore. D’altra parte il ‘modello’ cui l’omofobo è inchiodato insieme all’incapacità di apertura, sensibilità e leggerezza la dice lunga sulla penosa povertà umana e culturale. Ecco, insomma, che non può che far capolino anche una certa pietà.
Già. L’omofobo ha bisogno di convenzioni, concetti unti e bisunti, certezze sciocche e distinzioni. Sostanzialmente è un debole, un omologato, un conformista. Se mai si tratta di capire a cosa, è omologato e conforme. Ma non ci vuole molto, appunto. Non serve neanche scomodare fattori religiosi, bastano quelli sociali. Nella deriva della schiavitù mentale quello che non sa pensare e vivere liberamente nega la libertà altrui. Lo fa per cattiveria, per una fantomatica aderenza alla natura che gli hanno inculcato essere quella da seguire, per sfuggire alla tentazione, per sentirsi un duro con le carte in regola?
Chissà. Probabilmente sono tanti gli elementi malamente mescolati per produrre un machismo tanto bieco o una femminilità così spocchiosa e frivola. E comunque, ribadisco, c’è sotto un grosso problema. Chiamatelo come volete, disagio, rigidità, grettezza, resta un potente turbamento emotivo.
Riconoscono differenti gli amori omosessuali e le differenze, infatti, sono quelle che si valutano mettendo una cosa al confronto di un’altra. Ecco, è tutto qui. Non reggono il confronto con i loro termini di paragone.
Che, a dirla tutta, sono assai spesso purtroppo, quelli indifferenti. Non in senso buono, ovvero d’istinto, rivolti a chiunque, a prescindere dal sesso. In senso disastrosamente negativo. Lo sappiamo tutti che l’indifferenza regna sovrana negli amori incanalati, costretti al binario, tenuti in piedi con le stampelle, ciecamente votati come unici.
Chi si ostina disperatamente a smentire è disposto a tutto. Anche a soffrire in silenzio e a rimpiangere. Oppure a fingere e a tradire.

In definitiva mi mancherebbe davvero il coraggio, di prendere a legnate gli omofobi. Sono intellettualmente e spiritualmente infelici. Peggior condanna non c’è.

2 commenti:

  1. Sebbene venga usato con un'altra accezione, il termine omofobia significa "paura di se stesso". In effetti, è proprio la paura determinata da una pulsione profonda che tutti noi abbiamo - repressa, anche culturalmente. Hai davvero ragione, quindi: l'omofobo è un infelice perché non ha il coraggio di accettare questa parte di sé ma la colpevolizza.

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