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martedì 13 ottobre 2015

Strappateli di vita, i jeans

Jeans strappati, ovunque. La moda impone e non c’è prezzo, bastano che sia rotti. Oggi ho contato, uno per uno, cento ragazzi/e dalle superiori all’università in circa duecento metri di strada che percorro ogni giorno: tutti con i jeans pesantemente sdruciti, aggiungerei anche le all star ai piedi in effetti se non fosse che mi colpiscono di più i pantaloni e il motivo c’è, eccome.
I jeans sono gloriosamente nati come indumenti da lavoro, hanno sfidato il tempo, raggiunto ogni luogo del mondo, vestito tutti.
La loro praticità e resistenza li ha consacrati a cult indiscusso, trasversale alle epoche e alle età. E sono benvenuti in tutti i modelli, sia chiaro.
Ma la loro forza sta proprio nel carattere. E’ l’unico capo che viaggia come un prezioso oggetto in vera pelle o cuoio, più invecchia più ha stile. Il fatto è che deve invecchiare con noi, non all’origine. Dobbiamo avere la voglia e il coraggio di strapparli di vita, i jeans, non di pagare il ‘genio’ che ce li consegna già belli pronti per il sacchetto dei rifiuti. Possiamo tenere duro, cucirli e ricucirli, coprire un buco con una bella toppa, lasciare che si sbrindellino come capita. Infilarsi in quelli nuovi di zecca aggrediti dalle forbici li uccide almeno quanto uccide noi.
Mettiamo proprio a tacere tutto? Possibile che non ci sia più alcun desiderio di essere diversi da un numero? Uno dei cento, uguale agli altri novantanove, si distinguerà per il nome più di moda al massimo. Già, che c’è pure lo strappo griffato accidenti.
Io non so perché. Perché siamo arrivati fin qui. Perché non vogliamo che essere un minuscolo frammento della massa.

2 commenti:

  1. Sono così tanto d'accordo Irene... così tanto che ho appena fatto un buco in quel punto appena sopra al ginocchio dove mi gratto con l'indice quando sono nervosa ;-))

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