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martedì 14 novembre 2017

Scarlett Johansson di Stefano Bruno

Spesso penso ci affligga una grave carenza di passione.
Non dubito continui ad assisterci l’infinita chance della creatività (ben diceva il grande Einstein “la logica ti porta da A a B, l’immaginazione ti porta ovunque”), trovo si disperda in mille inconsistenti rivoli, non venga valorizzata e indirizzata a qualcosa che lasci il segno, non sia colta in tutta la sua energia verso un risultato. E, badate bene, non intendo un traguardo arrivati al quale sedersi beati ma una continua aspirazione, una brama gentile e laboriosa, uno stimolo ardente e tenace.

Ecco, dai traballanti trampoli dei miei 53 anni mi accorgo di guardare molte volte i giovani con una sorta di lieve ansia, di tristezza, di preoccupazione. Ne colgo un deficit di entusiasmo e di carica, di amore, di tensione. Io la chiamo passione quella cosa che porta la creatività a realizzare bellezze, utilità, novità, bontà.

E allora davanti a Scarlett Johansson di Stefano Bruno, un disegno che fa appena l’occhiolino sull’home page di facebook, faccio un salto e sorrido. Esulto!
Non basta congratularsi, neanche serve forse.
Bisogna esserne contenti. Capire che c’è ancora qualcosa che pulsa e si esprime.
Mica sono un’esperta. Sono solo un’osservatrice e, nel portrait di Scarlett Johansson realizzato da Stefano Bruno, scorgo bravura ma soprattutto pazienza, grinta, dedizione.
Per me sono parole e valori bellissimi. Speranze, orizzonti, possibilità.
Queste sono emozioni. E le emozioni sono il motore del mondo, della vita, del pensiero.
Mi spiace. Mi spiace che il mio parere non possa consacrare l’arte e impalmare un ragazzo al palcoscenico degli artisti. Del resto neanche credo sia questo, il punto vero. Se Stefano Bruno ha la passione, quella autentica, farà la sua meravigliosa strada. Il punto che mi sta cuore è essermi fermata un attimo e aver scritto queste righe. È un piacere. È un dovere. È la prova che possiamo non essere insensibili e indifferenti, che abbiamo sempre voglia e bisogno di riconoscere quello che merita di essere riconosciuto.

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