Sotto
quella dura crosta rigata di un giallo rossiccio si cela una pasta morbida
leggermente piccante che mescola latte ovino e caprino alla lavorazione con
olio e aceto in stagionatura. Più che la tradizione può l’amore. La sapienza
antica di un rito di passione, del lavoro e della tavola. Ecco il segreto.
In
quelle forme e negli occhi quasi chiusi per la delizia dell’assaggio c’è il
carattere di un uomo ruvido e genuino come le sue zolle e le sue bestie. Ma c’è
anche il canto nuovo di un orgoglio che si rinnova, forte e limpido. E’ il
fermo immagine di un incantesimo, ponte tra passato e futuro.
Operosa
realtà arroccata sulla storia perché nobile e austero il castello è ancora là,
a memoria e bellezza, a dominare l’orizzonte.
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