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martedì 17 aprile 2012

Il Gabinetto dei potenti

Questo è un pezzo che ho scritto anni fa, ancora attualissimo ovviamente…
Lo ripubblico, certa che otterrà il successo di allora!
Non voglio essere irriverente. E neanche cercare di fare dell’umorismo.
Metto nero su bianco un pensiero un po’ invadente ma non indecente. Certo lo faccio con un sorriso ma so che non è poi tanto lieve…
Immagino i Grandi Uomini che governano la Terra, in ogni Paese, ad ogni latitudine, in democrazia o in dittatura, tendendo a sinistra o a destra, vestendo abiti occidentali o costumi di altre culture, parlando qualsiasi lingua, professando una religione o dichiarandosi atei, con la loro pelle bianca o nera o gialla mentre siedono al mattino per la naturale evacuazione fisiologica. Parlo di atti grossi, come direbbe un amico. Insomma mi riferisco alla defecazione.
Bisogno e liberazione, essenziale funzione corporale e gratificante operazione di alleggerimento dell’intestino. Rifletto su questo momento tanto umano e comune da unire tutti, senza distinzione di sesso e razza, di idee e di età, di ricchezza e povertà. Un rito inevitabile e importantissimo. In ogni civiltà.
Mi chiedo come i potenti affrontino la stitichezza o gli attacchi di dissenteria, se la regina d’Inghilterra poggia il regale deretano esattamente come noi, se i nostri superscortati politici si recano in bagno soli o rumoreggiano davanti ai gorilla. Provo a fantasticare sulla necessità impellente che può aggredire il capo di uno Stato al G20, la colica gassosa in piena seduta parlamentare o lo spasmo della colite durante la riunione del Consiglio dei Ministri.
Si leggono sui loro volti l’urgenza, lo sforzo, la soddisfazione?
Magari guardano anche il prodotto della loro fatica prima di tirare lo sciacquone. E comunque respirano la puzza dei loro escrementi.
Chissà se in giro per il mondo si adattano ad ogni usanza e circostanza accovacciandosi in qualche latrina o imboscandosi in qualche campagna alberata.
Chissà insomma se come noi si piegano al dettato imperativo della natura e del caso!
Li vedo, zombie dopo poche ore di sonno, con le occhiaie e la chioma scomposta nell’elegante pigiama stropicciato dalla notte avventurarsi a caccia dell’interruttore della luce del bagno tra uno sbadiglio e una flatulenza fino all’agognata tazza. Non oso figurarmi la nudità del fondo schiena di certi potenti intenti a spingere fuori il loro sterco ma già la posa tanto umana, i pantaloni calati, le forme e i colori delle fetide deiezioni mi rende i potenti più simpatici, assai meno lontani e diversi…
Posso spingermi a ritenere che come noi puntino talvolta i gomiti sulle ginocchia, sbircino il giornale o accendano una sigaretta. Dipende. Ci sono soste rilassate e soste tese, il wc è compagno e depositario di scariche morbide e facili o di mostruose masse solide. I potenti, come noi, sono soggetti agli andamenti della salute, del clima, dell’alimentazione. E lì, nel pensatoio o Gabinetto, somigliano molto a noi quando prendiamo una purga o abbiamo mangiato male o non sopportiamo uno sbalzo di temperatura.
Chissà poi se le loro toilette accolgono le autorevoli feci riconoscendole o ritenendole semplicemente materiale in espulsione da comuni mortali.
E chissà se al loro entourage tocca subire le potenti esalazioni o se ne sono generosamente esentati…
La signora Lia si domanda, impertinente, chi controlla se si lavano le mani, dopo. Ma questa è un’altra storia. Mi basta pensare a questa livella che ci vede tutti uguali in vita, senza dover aspettare l’orizzontale sepoltura.
E ciò che mi arrovella è il sospetto che loro, i potenti, non riflettano abbastanza su questo. Forse non si rendono conto che la Natura ha dato a tutti un posteriore per l’espletamento delle stesse nobili funzioni. Alla fine siamo tutti più o meno un tubo digerente e un canale di scolo. Ma loro, dopo aver preso a calci e pugni il senso della vita, macchinano conquiste, litigano, si sbrodolano ancora addosso parole e arroganza.
Andiamo di corpo nello stesso modo ma non c’è verso di farglielo capire!
Forse sarebbe auspicabile una vera, grande riunione di Gabinetto. Sarebbe illuminante, disgusto olfattivo a parte.

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