Nelle
sagome arruffate dei cercatori d’elemosina c’è un mesto disincanto. Ma anche
l’orribile fragore della realtà. E una verità che, forse, può toccare tutti
noi.
Come
di fronte allo spettro che inquieta scappiamo, quasi ad esorcizzare il rischio
della sventura. Oppure ci liberiamo con gesto rapido di un soldo, quasi a
chetare, prima ancora che sgorghi, il getto del rimorso.
Eppure
a guardarle meglio sono talvolta figure aperte e sapienti. Vene nelle quali
scorre ancora, genuino e vero, il sangue. Profili più ricchi dei nostri
languidi e sbiaditi stampi. Volti di vita e storia e non inutili comparse
improvvisate e tronfie.
L'Elemosina, 1869.
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