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giovedì 25 ottobre 2012

Amplesso


Vortice di braccia, vampata di calore.
Ma d’un tratto sale l’impaccio. Abbassate gli sguardi, prendete posto con fretta goffa e vi armate di un distacco di parole inanimate. Sembrate la caricatura di due burocrati a un appuntamento organizzato fuori ufficio. Quasi non foste all’incontro sospirato ma, appunto, a quei maldestri tentativi di sondare il feeling tra due ingialliti colletti bianchi orchestrati da qualche zelante collega.
In verità avete l’aria di essere stati agghindati a forza, vecchi lampadari catapultati sulla luna, in uno spazio ultra moderno che vi carica sul groppone cent’anni di inadeguatezza ecco. Fuori tempo e fuori luogo. O, semplicemente, con un cappio al collo.
Soffocati dalla vita non vissuta, dalle emozioni represse, dall’analfabetismo dell’amore. Da qualche parte dentro di voi sentite il diritto a un’occasione, a quella che chiamate, con quella tenera ridondanza che subito evoca, “un po’ di felicità”, ma siete impauriti principianti.
Per magnanimo destino intorno a voi iniziano a muoversi musiche e risate. Brindisi e balli, mentre le luci si abbassano e anche a voi si arrossano le gote di alcool ed eccitazione. Improvvisamente l’impeto dell’amplesso che sembrava evaporato si rinnova in sorriso, poi in passi ritmati e infine in quell’intimità delicata di un bacio casto.
Così, in una manciata di minuti si disegna il preludio di un cammino.

2 commenti:













  1. Ben tornata cara Irene! La tua penna è come il buon vino. La miseria sessuale di questi amanti sembra uscita da un quadro espressionista di Macke. Una lettura istruttiva su come non fare l'amore:-)
    Un grande abbraccio, a presto

    dragor (journal intime)


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  2. Wow, Dragor carissimo!
    Auguriamoci escano dalla miseria sessuale...un passo dopo l'altro, magari...
    Grazie!!!
    Un grande abbraccio anche a te
    Irene

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