Come
in un laboratorio, a scrutarle, filtrarle, mescolarle. E con la mano dell’artigiano
che plasma, lima, taglia, piega, cuce, acconcia, lucida. Perché la smania ha
bisogno del lavoro lento e paziente dell’amore, della perizia della coscienza,
dell’ambizione dell’arte.
A
comporre istinto e ragione, senza posa. Con l’umile diligenza della dedizione. Perché
ogni fiato impregni la carta di emozioni e umori. Perché ogni lettera faccia
disegno con quella a fianco in un ricamo di toni e colori. Perché non ci sia
nota che non seduca.
E’
storia di ingegno e passione, dice la signora Lia.
A
me pare anche di urgenza, quella della natura che guida i gesti e i desideri. Una
natura che chiede riscatto, a tratti. E che talvolta, imperiosa, ti mette
davanti un panorama di suggestioni che impongono la tua attenzione assoluta.
Una
prodigiosa simbiosi tra ciò che insegui e quello che puoi narrare.
Nella
bottega delle parole c’è una sorta di giustizia. Quella dell’onestà. Perché è
questo il lavoro sulle parole della verità. Raccontare la storia che è
appiccicata alle dita, negli occhi, in tutti i battiti del cuore, nelle piste
della testa. Nella semplicità delle sensazioni, una per una e tutte insieme.
Così come la terra vuole. Non con l’enfasi della mistificazione ma con quella dell’autenticità.
Così
bella e grande e profonda e importante e sensuale e soave la nudità. Ecco, in
bottega è in corso l’opera della nudità in parole.
sembra di sentire il rumore degli strumenti, in sottofondo! :-)
RispondiEliminaprish
...e questo mi gratifica molto, Prish!!!
RispondiEliminaconcordo...bellissimo post Irene....un caro saluto ;-)))
RispondiEliminaGrazie Silvano!!!
RispondiEliminaCiao :)