Un
vezzo. O, come lo chiami tu, la nota a contrasto. Se piovono tante parole su un
silenzio, il silenzio è già passato, memoria, parentesi chiusa. Una parola
invece, una sola, lo rompe e poi gli resta accanto. Sopravvivono, il silenzio e
la parola. Entrambi sospesi tra due suoni, tra due dimensioni, tra due punti
interrogativi.
Così
le tue scarpe rosse. Una sola chiazza di colore nel nero rigoroso.
Allora
spiccano entrambi, il rosso e il nero. Quella disputa tra elementi opposti
diventa convivenza, alleanza.
E
così confermi quel bisogno. Che un elemento ammetta l’altro. Che un tono non
sovrasti l’altro. Che la disciplina delle forme non indulga mai a dimenticare
il tocco difforme che può svelare armonia. Che le scelte abbiano un senso di
equilibrio che non soffochi lo spirito.
Non
hai voluto lasciarla al momento, quella nota. Non è mai beige o verde. Non
spezza mai il blu o il bianco. E non ci sono inversioni. Il nero e una chiazza
rossa, sempre. Perché anche il capriccio
deve avere una disciplina. Ritmo e conciliazione.
Tu
vuoi che tutto ti ricordi che c’è posto per ogni cosa se ogni cosa lascia posto
alle altre. E in questo delicato lavoro di cesello sui tuoi passi di vita e
nella vita le tue scarpe rosse sono un largo sorriso di promessa e di fervore.
A
me piace quella disputa perenne che diventa alleanza. Che forza.
Le Sue avevano la punta ed il laccetto nero alla caviglia, che dà anche un altro tocco di seduzione. Ammiccando mi diceva adesso a letto metto le tue scarpe. Anche lei amava molto il rosso ed il nero e le usava in ogni modo benissimo in un eterno contrasto come le nostre personalità .
RispondiEliminaPier
Qualche volta quello che 'esibiamo' ci racconta, Pier. Si, parla per noi. Di personalità, desideri e contrasti.
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