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lunedì 29 ottobre 2012

Uomini molli


Non sono quelli morbidi. Non pensate a romanticismo, finezza, sensibilità. Macché. Qui si tratta di mollezza. Un po’ viscida, un po’ irrisolta. Un languore umano che rasenta i muri. Monocorde, a passetti piccoli anche quando corre, con quel raro sorriso che sembra una smorfietta, la gentilezza debole che assomiglia solo a un doveroso esercizio di educazione. Mai uno slancio, una parola urlata, uno sguardo luminoso. La comunicazione scarna, il saluto con un cenno del capo, le pose consumate di una riverenza studiata e quei gesti lenti e pignoli che si ripetono fino alla noia. 

Gli uomini molli, chioma permettendo, portano lo stesso taglio di capelli, un’acconciatura che diresti antiquata o sobria o plastica. Sembrano vestire ogni giorno gli stessi panni, con la vita dei pantaloni ben alta nella cintura classica color cuoio o nera al massimo della trasgressione, le scarpe rigorosamente sul genere mocassino. 

Sono meticolosi, ordinati. E osservano senza deroghe le consuetudini. Si addormentano e si svegliano sempre alla stessa ora ma non si abbandonano mai all’orologio dell’istinto: guardano le lancette prima di infilarsi nel letto e puntano la sveglia per non sgarrare di un minuto. Se un inconveniente qualsiasi mette in crisi i loro tempi non imprecano, vedi solo la loro guancia scossa da un tic nervoso. 

Gli uomini molli sono quelli che bevono il caffè un po’ lungo. E magari un po’ macchiato. Che non è un caffè lungo e macchiato. Lo è solo un po’, con certosina misura. E con fastidiosa cocciutaggine. Si, sono testardi e ottusi, gli uomini molli. Non amano le novità, non sopportano le sorprese, non godono della fantasia. E non sono affatto semplici e accondiscendenti, manovrabili e smidollati. Anzi. Sono di una tenacia asfissiante. Goccia dopo goccia ti martellano con la loro pedanteria. Di te sepolto dalla loro pesantezza molle a loro non importa. Sono tritasassi con il silenziatore, ecco. 

Gli uomini molli non conoscono la vigorosa stretta di mano. Ma più che falsità o slealtà è povertà, di spirito e di energia. Sotto la loro apparente mitezza si cela più che altro una ristrettezza intellettuale ed emotiva. Non brillano in idee e passioni e si aggrappano alle forme costanti e grigie per star comodi nelle certezze granitiche del profilo conosciuto. Hanno il respiro corto, ecco. E alitano sul collo dei vicini con quella caparbia potenza delle nettezze intoccabili. 

Vanno con le stagioni, gli uomini molli. Manica lunga d’inverno, manica corta d’estate. La temperatura non conta, la regola non si tocca. E’ incredibile quanto riescano a spalmare la loro ombra. A occupare spazio. A rubare aria agli altri. Paralizzano le risate, intristiscono. Sembrano sempre sull’orlo del precipizio, con quelle facce meste e slavate. E invece sono loro a buttare giù dalla torre chiunque osi sfiorarli con qualche brioso alito di vita.



Ho scritto questo pezzo nel 2009. L'ho ripescato e lo ripubblico senza alcuna modifica, gli uomini molli sono sempre lì, sempre così...

2 commenti:

  1. Descrizione molto attenta e puntuale la tua. Gli uomini molli, secondo una mia amica, sono quelli che nel tango non sanno condurre.

    Un caro saluto.
    Pim

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  2. Ballano il tango come se fosse il ballo della mattonella.......;)

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