Cerca
di essere indulgente con l’anima brulla. Con chi non ha attenzione per le tue
tribolazioni. Con chi non avverte la fatica della tua vita o il fatale risvolto
del male che ti sta accanto. Con chi non ha riguardo per le tue lacrime, la tua
paura, la tua ansia.
Non
capisce, l’anima brulla. Non ha la delicatezza per intuire le sfumature dei
momenti, per ubbidire a un silenzio, per scegliere le parole. Non sa neanche
fingere garbo o interesse o conforto o ammirazione. Macché. Non conosce il rispetto.
E’
di una freddezza sconcertante, l’anima brulla. E vive con orgoglio la sua
insensibilità, la chiama lucidità.
E’
impastato di egoismo, egocentrismo, arroganza, l’anima brulla. Porge a malapena
mazzi di fiori nelle occasioni facili e ridenti eppure vanta doti di umanità e
lungimiranza. Sublimi discorsi in un mare gelato.
Cerca
di essere indulgente con l’anima brulla. Pensa alla povertà del suo cuore, alla
cortezza del suo pensiero, all’arcigno confine della sua dimensione vitale. Non
avrà mai la fortuna della tua sofferenza, la generosità del tuo spirito, la
brillantezza della tua mente.
E
sorridi, sempre, all’anima brulla. Non imparerà a ricambiare o a stimarti e,
giammai, a fidarsi di te, ma potrai
sperare che la tua virtù prima o poi gli lasci appiccicato addosso il vago
desiderio di un’autentica dimensione emotiva.
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