Ai
suoi tempi non si buttavano, le briciole.
Il
vecchio le ha vissute, la morsa della fame e la poesia della virtù.
Più
che la pazienza ha praticato la verità delle cose e dei pensieri. Certo ha
pianto, sperato, forse imprecato. Certo ha provato il dolore e l’umiliazione. E,
qualche volta, ha desiderato conoscere un momento di briciole senza valore.
Ma
si è rialzato, ogni volta. Dalla caduta del cuore e della saggezza. Dallo
scivolone dell’illusione, della cupidigia, della stupidità.
Ha
le mani deboli, ora. Il passo stanco. E i denti che non mordono più.
Eppure
il pane secco è ancora buono, nel latte o nel brodo. Che forse il pasto buono è
meglio lasciarlo ai figli o ai nipoti.
A
me fa piangere il vecchio, è vero. Ma soprattutto mi fa pensare. Che voglio
essere come lui e raccogliere sempre le briciole.
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