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lunedì 9 settembre 2013

Nessun luogo è lontano

Se a qualcuno sfugge la citazione che corra subito a colmare la lacuna: il Maestro, Richard Bach, è una lezione vivente che nessuno dovrebbe permettersi di perdere!
Io adoro il volo di Bach, quello vero e quello metaforico. La vita è tutta lì, nell’essenza di un viaggio senza inizio e fine, di un’avventura senza tempo e posto. Nel desiderio e nella realtà. In quella luce del pensiero che ti consegna all’ovunque, che ti fa andare oltre, che ti fa incontrare l’infinito. Nella libertà di essere, finalmente fuori dall’angusto limite della tua appartenenza.
Quando capisci di avere le ali esattamente come Falco, Aquila, Colibrì o Gufo sei già altrove, meravigliosamente altrove, qui e là, nel mezzo della festa, quella dell’anima. Senza il lacciuolo dell’abitudine che si ripete, del confine che ti opprime la vista, della strada che ti detta il passo.
Quanta ebbrezza nel salto! E nella scoperta del cielo, magari con l’amico Jonathan. Dei respiri che corrono. Degli occhi che guardano. Tutte le meraviglie a volteggiare nell’aria, tutti i profumi ad accarezzare la pelle, tutte le musiche a solleticarti il corpo.
Spazio mentale, dice la signora Lia, che ti consegna una dimensione allargata, ovviamente. Certo, è questione di percezioni. Non puoi sognare davvero quello che neanche sai esistere…
Taluni però, diciamolo, difettano in volontà oltre che in fantasia. Non vanno ad annusare quello che c’è al di là del loro cortile e non aggiornano il calendario neanche se gliene arriva uno nuovo in dono. Non solo. Trovano sia virtù la loro frontiera.
Devo comunque convenire con la signora Lia: la fortuna piove dall’alto. Ci devi nascere, con le antenne. Già.

Ringrazio la pioggia.

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