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venerdì 13 settembre 2013

Pane e gorgonzola con salame lucano

Gorgonzola doc e dop, ovviamente. E in un impulso di voluttà direi con mascarpone e noci. Praticamente il boccone dell’estasi. Io lo accompagno con salame lucano ovvero uno dei pochi morsi che possono far dire, senza timore di essere smentiti dal cuore e dalla vita, “ti amerò per sempre”.
Non importa se per voi è il momento di pane e nutella. Mi accomodo e faccio onore alla vostra tavola con grande piacere. D’altra parte non proverei indugi neanche davanti a una farinata o a un fritto misto alla piemontese. Sarei deliziata pure da mezzo chilo (che io non conosco dosi inferiori in fatto di pasta) di maccheroni filati per dirla con l’amico Rocco Papaleo. E da un’altra sfilza di bontà che evito di elencare.

Non è un discorso basso, di pancia, ammesso poi che quelli di pancia non abbiano dignità filosofica. Anzi, direi che ce l’hanno, eccome.
E’ comunque un discorso alto, di testa. Che l’acquolina o la bava alla bocca sono il preludio a momenti sublimi. E nessuno può convincermi non sia nutrimento per lo spirito. Il cibo è la prima vera cultura. Non ammetto prove contrarie.
Quanto allo spauracchio delle abbondanze indigeste o ingrassanti, fatevene una ragione. Quello che conta è mangiare in proporzione al consumo. E allora alzerei il mondo pur di consumare a sufficienza per ingurgitare tutti quei doni del cielo che non oso più ripetere per non sciogliermi in desideri feroci.
E voglio rendere omaggio al pane quotidiano (con companatico) anche a parole. Perché di sensazioni soavi ho bisogno come dell’aria.

Ecco, ci bevo sopra un buon bicchiere di vino. Così si rallegrano pure favella e estro.

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