Gorgonzola
doc e dop, ovviamente. E in un impulso di voluttà direi con mascarpone e noci. Praticamente
il boccone dell’estasi. Io lo accompagno con salame lucano ovvero uno dei pochi
morsi che possono far dire, senza timore di essere smentiti dal cuore e dalla
vita, “ti amerò per sempre”.
Non
importa se per voi è il momento di pane e nutella. Mi accomodo e faccio onore
alla vostra tavola con grande piacere. D’altra parte non proverei indugi
neanche davanti a una farinata o a un fritto misto alla piemontese. Sarei
deliziata pure da mezzo chilo (che io non conosco dosi inferiori in fatto di
pasta) di maccheroni filati per dirla con l’amico Rocco Papaleo. E da un’altra
sfilza di bontà che evito di elencare.
Non
è un discorso basso, di pancia, ammesso poi che quelli di pancia non abbiano
dignità filosofica. Anzi, direi che ce l’hanno, eccome.
E’
comunque un discorso alto, di testa. Che l’acquolina o la bava alla bocca sono
il preludio a momenti sublimi. E nessuno può convincermi non sia nutrimento per
lo spirito. Il cibo è la prima vera cultura. Non ammetto prove contrarie.
Quanto
allo spauracchio delle abbondanze indigeste o ingrassanti, fatevene una
ragione. Quello che conta è mangiare in proporzione al consumo. E allora
alzerei il mondo pur di consumare a sufficienza per ingurgitare tutti quei doni del cielo che
non oso più ripetere per non sciogliermi in desideri feroci.
E
voglio rendere omaggio al pane quotidiano (con companatico) anche a parole. Perché
di sensazioni soavi ho bisogno come dell’aria.
Ecco,
ci bevo sopra un buon bicchiere di vino. Così si rallegrano pure favella e
estro.
Post contagioso!!
RispondiEliminaAh ah ah...buon appetito!
RispondiEliminaBè, però Irene: mezzo Kilo di pasta!!!!! Alla faccia del metabolismo!!!!
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