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mercoledì 30 ottobre 2013

L'anima del paese storto

Ci sono luoghi che non stanno dritti. Anzi, luoghi che non conoscono le geometrie comuni. Luoghi che la natura e la vita hanno disegnato a mano libera.
Quando tutto và storto, sul foglio bianco dove cerchiamo con la penna la riga immaginaria, le prospettive degli stati d’animo lottano con le disposizioni fisiche.
E’ una lettera d’affari o una missiva d’amore e i pensieri ci comandano al rigore o alla dolcezza. Ma incliniamo e forziamo in su e in giù in preda all’impegno o alla sfida, con le lettere che barcollano ubriache e gli svolazzi che imperversano, casuali e impudenti.
Lungo il percorso le frasi sussultano, curvano o prendono la salita. Le ritrovi incollate o distanti, con le balze come le vecchie gonne o calate in un paio di scarpe troppo piccole o troppo grandi. Assolvono la funzione a modo loro, si presentano come preferiscono. Non fanno inchini a chi scrive e a chi legge. Se volete la pagina con le linee tracciate, dicono, accomodatevi altrove.
Quando tutto và storto incontri luoghi che non stanno dritti. Luoghi dove la rivoluzione dei profili ti fa toccare una bellezza sconosciuta e surreale. La bellezza imperfetta del foglio bianco, con le parole impastate di poesia della pietra e prosa del sorriso.
La dimensione dell’anima nelle forme fuori traiettoria ha sfumature di resistenza e di audacia che danzano sul filo, in bilico come le lettere ubriache. Sulle facce che aprono l’uscio di case, nelle voci che scendono dal balcone, nelle schiene che cercano il sollievo di una discesa e nella palla che corre tra i calci dei bambini.

Non fanno bella figura nelle cartoline, i luoghi che non stanno dritti. Loro sanno mostrarsi solo in carne e ossa. Le emozioni non le spediscono per posta, le conservano tutte per regalarle a chi ha l’inclinazione giusta per arrivarci. 

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