“Eppure
io so come rendere interessante la tua vita.
Ah
si? E come?
Andando
a cercare la parte di sogno che ti spetta di diritto.
E
dov’è questa parte di sogno?
Un
po’ ovunque nel mondo. Ma soprattutto dentro di te!”
(Il
violino nero, Maxence Fermine)
Il
problema, se mai, è l’interpretazione, dei sogni. E scusate se sembra una
battuta che offusca il lirismo di un grande pensiero.
Qualche
volta ci rassegniamo a dare ai nostri sogni una lettura che si adatti alla
realtà dei nostri confini. Ed è lì che rischiamo di ucciderli.
“Nemo
propheta in patria” (Gesù docet).
Non
occorre solo serenamente accettarlo e volgersi altrove, ad abbracciare le menti
e i cuori che allargano le braccia per accoglierci. Bisogna essere felici di
quel salto perché ci consegna al cielo.
“Possa
tu costruire la scala che conduce alle stelle e percorrerne ogni gradino” (Bob
Dylan). Già, che meraviglia! E allora è facile intuire quanto lo splendore
delle stelle sia incantevole nel buio: “Solo quando è buio riusciamo a vedere
le stelle” (Martin Luther King).
Certo
la luce poi qualche scherzo lo tira: “Non avessi mai visto il sole avrei
sopportato
l’ombra ma la luce ha aggiunto al mio deserto una desolazione
inaudita” (Emily Dickinson). Quando la conosci, ogni ombra è una lacerazione, è
vero. D’altra parte dobbiamo capire che il privilegio di vedere la luce vale
assai più del dolore che ci procura il buio intorno.
Indulgenza,
ci vuole indulgenza. Con chi non ha luce, tra le mani o in sogno. Pure con chi,
colpevolmente, la ignora. La vera condanna la pronunciano da soli e non sta dunque
a noi infierire sulle loro tenebre. Ciò di cui dobbiamo invece andare lieti e
fieri è la distanza del nostro coraggio e della nostra verità.
“Oh
certo che può sembrare inutile/una stazione a chi non parte mai/ma i treni che
davvero portan via/non han fiori sui sedili/ma da fuori non lo sai/devi
entrarci per sapere dove vai…Corri via, scappa via, ma devi farlo da te/senza starlo
a chiedere…basta che cerchi tu, solo tu, di scegliere chi sei” (Irene, Roberto Vecchioni).
Tu
ci sei entrato, io ero lì e ho capito subito che eri pronto per il viaggio. Un
po’ ovunque nel mondo ma soprattutto dentro di te, a cercare la parte di sogno
che ti spetta di diritto.
So
che talvolta non basta: a chi ha “il cielo stellato sopra di me e la legge
morale dentro di me” (Kant) importerebbe assai far assaporare a tutti la stessa
feconda beatitudine e avverte ogni porta chiusa come un pugnale nel cuore della
vita. Sono orribili momenti che dobbiamo sopportare, non c’è scampo. Quello che
conta è guardare l’orizzonte non un puntino fermo sotto i nostri piedi, non
farsi confondere o indebolire, non cedere mai a chi vuole trattenerci nell’oscurità.
“Ci
sono momenti nella vita in cui l’unica alternativa possibile è perdere il
controllo” (Brida, P. Coelho). Meno male che l’hai perso, il controllo!
Continua
a volare.
Dedicato
a te e a tutti gli illuminati che prima o poi la storia narrerà come acrobati
dell’aria e donatori di ali.
Che bel brano... Mi piace molto il finale. Essere acrobati dell'aria, ma non persi in un volo narcisistico, bensì come donatori d'ali.
RispondiEliminaFelice che tu l'abbia notato Pim!
RispondiEliminaEsatto...come donatori di ali ;)