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giovedì 20 marzo 2014

Non sono più giovane

Già. Arriva l’età che non ti ha ancora cambiato ma che agli altri suona adulta. Quella che magari si vede anche se non hai ancora archiviato l’aspetto della ‘giovinezza’.
Che poi è più o meno anagrafica, più o meno biologica, più o meno culturale.
Ed è quella sospesa, tra la tendenza suicida al rimpianto, ai rimorsi, ai bilanci e l’istinto alla giornata, alla vita che hai e che viene. Ogni tanto si infila dentro qualche sogno condito da buoni propositi quasi come dire che è il momento di stringere in mano qualcosa, di realizzare un desiderio, di togliersi uno sfizio, di tentare il non rinviabile. E qualche volta ti scappa di pensare che quello che non è stato è perso.
Ti accorgi che cambia la relazione con la speranza. E’ il tempo che preme, il futuro imminente, la consapevolezza che quello che ti auguri, se non capita oggi o domani, potrebbe essere decisamente in ritardo. D’altra parte però ti inventi pure un po’ di pazienza, è una finzione per non avvilirti. Hai capito che il destino o quello che puoi farne non hanno orizzonti lontanissimi ma devi prenderti un po’ in giro, lottare, progettare, fantasticare. Fortunatamente hai anche scoperto che delle volte la vita non ha calendari, carte d’identità e filtri. Fa di testa sua, sorprende, punisce, rallegra o intristisce secondo scalette fuori dal tuo controllo e allora la respiri e ci cammini dentro con qualche smania in meno.
Tutto si arrotola tutto si srotola. Vallo a comprendere, fino in fondo, il meccanismo. Altro che esperienza, altro che saggezza. Quella che accumuli è, se mai, una buona dose di ironia. Utilissima per darsi risposte argute o non darsene affatto e anche per dare un calmante alla mania delle domande. Che non addormenta l’intelletto e, anzi, fa i conti con una sensibilità alla quale sfugge niente ma che è consolatoria. L’ironia è l’unico passepartout della sopravvivenza, diciamolo. Diventa una compagna, allegra e affettuosa. Una pillola di benessere.

E poi ti accorgi che se hai conservato la dolcezza, se non sei scivolata nelle trappole acide della cattiva scontentezza che sprizza invidia da tutti i pori sei salva in barba a qualsiasi incontestabile quantità di candeline. Non sei più giovane, punto. Non potrai tornare indietro e, forse, invecchierai giorno dopo giorno con discreta rapidità. Te ne fai una ragione sentimentale per raccontarlo e parti alla ricerca di un po’ di indulgenza…Già, l’obiettivo che segue è perdonarsi mancanze, errori, occasioni tradite.
Sopra ogni cosa ricordare la lezione di Jep Gambardella: non puoi più perdere tempo a fare cose che non ti va di fare!

4 commenti:

  1. Stravero, cara Irene. Siamo sufficientemente grandi per decidere che non ce ne importa di dimostrare sempre qualcosa agli altri, possiamo permetterci il lusso di essere autentici - come scrivevo nel mio ultimo post - senza trucchi o infingimenti: chissenefrega se non piacciamo a tutti tutti.
    Un abbraccio coetaneo.
    P.

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  2. Ecco, certi coetanei mi confortano molto!
    E essere autentici poi è così liberatorio... ;)
    Ti riabbraccio di slancio Pim

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  3. con dolcezza e ironia, spendendo un po' dei chissenefrega che ci siamo guadagnati, autenticamente proiettati verso una indulgente saggezza smemorata... oh sì, anche io son coetanea e grata di questa vostra compagnia!
    :-) Prish

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  4. l'indulgente saggezza smemorata è una chicca, Prish!
    Davvero sono anch'io lieta della vostra compagnia... :)
    un bacione, carissima!

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