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giovedì 22 maggio 2014

La lettera d'amore

Già vedersi recapitare una busta che non contenga conti da pagare, esortazioni elettorali o comunicazioni su nuovi adempimenti è un’esperienza rara di questi tempi. Tempi digitali, tempi rapidi, tempi asciutti. Leggere un mittente che ha il nome e il cognome del tuo amato è sbalorditivo.
P l’ha aperta con una vaga apprensione, a muoverlo a scriverle poteva esserci qualche ragione difficile da esprimere a voce. Ecco, una lettera ormai è un’ipotesi estrema.
E’ stato un caso la leggesse davanti a me. Semplicemente non voleva rinviare, sospetto e curiosità la divoravano. Ho fatto quello che ho potuto per levarla dall’impaccio occupandomi del riordino della mia borsa, del finto controllo del trucco che non metto, perfino delle generalità stampate sui citofoni del suo palazzo a rischio di essere scambiata per qualche venditrice rompiscatole.
Ma avete presente cosa capita di intercettare con la coda dell’occhio?
P aveva il cuore che scorrazzava tra eccitazione e commozione e io sentivo accelerate e frenate del suo battito. Le guance sempre più rosse. Le mani sempre più tremolanti. E infine le lacrime. Si intuiva benissimo che era un pianto di gioia, evviva, la cosa mi ha sollevato non poco…
Le ho dato un buffetto sulla guancia, poi le ho strapazzato un po’ i capelli. Che emozione!
P, tra i singhiozzi e gli abbracci, mi ha detto solo: ‘mi ama e ha voluto scriverlo perché mi rimanesse qualcosa per sempre’.
L’amore rimane, se è destino, senza bisogno di parole e di lettere. Però una lettera d’amore è molto più di un gesto romantico. Oggi è una prova di volontà, di impegno, di dedizione. A. ha avuto l’idea, ha cercato fogli e busta, si è seduto a pensare e scrivere, ha acquistato il francobollo e spedito. E non è come infilarsi in un negozio a comprare un regalo. Questo è un dono di tempo e delicatezza. Magari un augurio. E, peraltro, una scelta originale. Che, chi non ti manda un t.v.b. via sms o non pubblica un bel cuore rosso sulla tua bacheca di fb e invece ti raggiunge con la ‘fatica di una lettera’ è già sulla buona strada.

Buona vita, P e A!

2 commenti:

  1. Si scrivono ancora lettere d'amore, di proprio pugno... è una piccola, piacevole rivelazione. Word non può trasmettere l'emozione che suscitano i caratteri vergati su carta, impressi con una penna stilografica. Da essi si deduce il tremore fisiologico della mano, magari qualche piccola sbavatura di inchiostro sulla carta. Metamessaggi che spiegano, raccontano...

    P.

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  2. La gioia di scriverle (e di riceverle!) è anche uno dei piccoli, grandi spazi di 'celebrazione' dei sentimenti che ci rimangono...

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