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domenica 22 giugno 2014

Più nuda

Più nuda. Ancora un po’. Via un pezzo, poi un altro.
Troppo ingombro. Abiti sciocchi. Tempo perso.
Così. Come si toglie lo smalto e si limano le unghie. Fino all’essenziale.
Così. Come si riducono le parole e si accorciano le frasi. Si semplificano i concetti.
Più nuda. Ancora un po’. Tagliare, alleggerire.
Che vengono in mente il raschietto e la carta vetrata, la paglietta e lo sgrassatore. Senza guanti, con i capelli arruffati e il sudore buono. 
Togliere, pulire. E riportare tutto alla sua naturalezza. Il più vicino possibile alla verità. A quella brusca ma serena identità, alla facilità di alzarsi al mattino e essere.
Il corso degli eventi non cambia. E’ meraviglioso, allora, non affaticarsi a fingere di governarlo. Non imbellettarsi per piacere al destino che già ti ha scelto o non ti vorrà neanche con tutto il trucco del mondo. Non torturarsi di percorsi e vivere quello che abbiamo sotto i piedi.
Più nuda. Di più. Con quello che sei, con quello che puoi, con quello che hai, con quello che sai. Che tutto il resto è solo un fardello in eccesso, basta quello che hai sulle spalle e nel cuore.
Più nuda. Non migliore o peggiore, reale. E di realtà si può morire ma anche gioire, forse. 
La semplicità è mettersi nudi davanti agli altri. A se stessi. Alla vita.

2 commenti:

  1. Le tue parole racchiudono profonde verità, Irene. Mi fanno tornare alla mente Pavese, che così scriveva: “L'amore ha la virtù di denudare non i due amanti l'uno di fronte all'altro, ma ciascuno dei due davanti a sé”.

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  2. Eh si P., Pavese ;)
    E comunque la 'libertà' che c'è nella nudità è l'unica vera, possibile libertà.
    Ciao carissimo!

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