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lunedì 7 settembre 2015

Benvenuti!

Come potremmo dare davvero il benvenuto in un Paese che non ci appartiene e al quale non apparteniamo?
Al di là dei molti e complessi discorsi economici e politici, per i quali è indubbio non siamo campioni di lungimiranza e abbiamo invece il primato del caos disonesto, ci manca il tessuto emotivo. Già, noi abbiamo legami da stadio con il nostro territorio, non radici passionali con la nostra terra. La ‘difendiamo’ come se il nostro orto fosse minacciato, non la offriamo come la migliore delle nostre forze perché chiunque ci arrivi la rispetti. E’ una questione enorme. Enorme e triste.
Chiediamo un amore che non proviamo. E lo facciamo per egoismo, viltà, piccolezza, paura. Temiamo ci portino via ciò di cui non andiamo mai fieri, maltrattiamo e malediciamo. Assurdi e ipocriti!
Lo ‘straniero’ è una minaccia. E, paradossalmente, è vero. E’ lo specchio che ci sbatte in faccia quello che siamo. E’ quello che ha un bagaglio che noi abbiamo scordato. E’ quello che si rimbocca le maniche che noi teniamo serrate ai polsi. E’ quello che impara a conoscere il nostro Paese meglio di noi. E’ quello che ci dimostra che esistono luoghi e valori dell’anima e non solo inutili orti e squallidi slogan.
‘Loro devono adeguarsi’. Adeguarsi a chi, a cosa? A milioni di abitanti che non si sentono un popolo, al caos corrotto e disonesto, alla deriva umana?
Già. Non potremmo mai chiedere loro di essere migliori di quello che siamo noi.

2 commenti:

  1. Spero che migranti e rifugiati non si adeguino, né agli italiani né ai tedeschi né agli scandinavi. Spero che sappiano portarci la loro cultura, la forza vitale, il coraggio e le loro speranze. Che ravvivino questa nostra Europa stanca e senza più idee.

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    1. Infatti!
      Che poi tutti parlano di 'adeguarsi' riferendosi al rispetto delle leggi ecc....pensa da quale pulpito viene la predica :(

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