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domenica 12 maggio 2013

Ghostwriter e cromoterapia


La scrittura è stata un cammino di piacere e autonalisi, un confronto continuo con le sfumature della realtà e della fantasia e con le dimensioni e le dinamiche del pensiero. Arrivo alle parole nel viaggio di conoscenza emotiva, ecco.
Quella di ghost però è un’esperienza “ulteriore”, altra, oltre confine. Una storia che arriva è come un pacco sorpresa, uno spazio che mi trovo a indagare e toccare in uno stato di grazia assoluto. Non c’è l’ingombro del mio limite, dentro. La apro senza il fardello dei miei timori o pudori, è dimensione libera. La prendo in mano con la gioia curiosa della bambina e poi la godo con il respiro da adulta, con la pienezza dello spirito lieve e della maturità serena.
E’ stato questo il regalo del viaggio. La consapevolezza dell’infinito. Quella scoperta da vivere con tutti i sensi leggeri e, proprio per questo, più vivaci e ricettivi che mai.
Più ci entro dentro, in una storia come nella vita, più incontro energie e trovo risposte.
Folgorazioni, talvolta. O piccole e grandi razioni di nutrimento della sensibilità. Quella sotto pelle, magari. O quella soglia di conoscenza con la quale ti accorgi di crescere, in intelletto e azioni.

Rifletto, piango, sorrido, immagazzino. E tutti i pezzi si incastrano, uno dopo l’altro, perfetti, come se il puzzle fosse un po’ meno impossibile.
E’ la meraviglia di ciò che non mi appartiene e diventa in qualche modo mio, come un’occasione speciale per sapere qualcosa, per capire qualcosa, per vedere oltre l’orizzonte dei miei occhi.
Come l’effetto prodigioso dei colori che avvertivo e non potevo spiegare. Che quasi
nessuno poteva credere che fossi proprio io ad amarli e onorarli così, io sempre devota e felice nel nero e nel bianco, con una punta di grigio solo di rado. Quelli sono i colori degli abiti, signori. Quelli essenziali di uno spirito che ammira il colore fuori perché corrisponde direttamente ai bottoni della mente. Nero e bianco, anzi, sono i toni giusti per percepire e accogliere gli input del giallo o del rosso. Altro che scettica o indifferente ai colori, io anelo al verde come al blu e all’ocra.
Scatenanti colori. Intorno a me, davanti a me, tra le mie mani. Come il soffio di una storia.
Io, di nero e bianco vestita, li distinguo. Ne sento l’affanno, la malinconia, l’euforia, la quiete.
E, ancora una volta, aggiungo un tassello. Il cielo si avvicina.

2 commenti:

  1. E' la libertà di essere altro-da-sé, una liberazione talvolta...

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  2. Sicuramente...ma anche un volo perché ti permette, o ti costringe, ad andare oltre i tuoi limiti.

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