Ad
ogni ora, del giorno o della notte. Ti svegli sempre con un mazzo di sogni sul
cuscino. Basta quello spazio che ti sottrae alla corsa senza posa per ritrovare
intatti i pensieri che vuoi. Così li chiami, i sogni.
In
strada, sotto la tua finestra, scorrono i buoni e i cattivi umori. Quelli della
veglia e quelli del sonno. Che sono, è vero, fatti proprio dalle disposizioni
delle corse senza posa e dei sogni. In fila, i tuoi e quelli di tutte le anime
che la abitano.
Nel
coro degli uccelli, tra i vasi di gerani, alla luce del lampione, rasente i
muri, tra le lenzuola stropicciate, con il rombo dei motori.
Occhi
svegli e disarmati o fremiti allegri dalle palpebre chiuse.
Quel
giorno il mazzo l’hai raccolto, fasciato e infiocchettato come fa il fiorista
che prepara le rose e l’hai regalato alla tua vita. Nella via degli umori si è
accesa una strana stella, fa servizio continuato, con il sole e con il buio.
Il
mazzo di sogni ha sorprendenti radici e non smette di fiorire.
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