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lunedì 23 settembre 2013

Io voglio che lui ritorni

Quando mi amava era tutto diverso. Io, ero diversa.
Lo aspettavo, lui arrivava e questo bastava. Anche se non mi sorrideva. Anche se sbatteva
forte la porta. Anche se era così nervoso che tacevo per non far rumore.
Adesso non ha senso la pazienza. E neanche la speranza.
Pure l’amore è una scatola vuota. Come la casa che non so più come abitare. Come i passi che non riesco più a camminare. Come la maledetta porta che non sbatte più.
A me della rabbia non importa. Io sento solo dolore. Insopportabile dolore.
Altro che tempo. In quarant’anni ne è passato di tempo. Non è servito.
Avete provato a tirarmi fuori l’orgoglio. Non ti amava, mi avete detto e ripetuto. Quasi dovesse bastarmi questo per seppellire il mio sentimento. Quasi fosse così umano salvarsi con la stizza o la rassegnazione.
Io voglio che lui ritorni.
Se raccogli una storia come questa più che le mani a tremarti è il cuore.
Roba che l’amore te lo senti dentro come un’esplosione. E infine in dolcezza, per tutta la vita. Finché morte non ci separi. Almeno da questa storia.
Anche se la signora Lia ce la mette tutta a convincermi che c’è un perverso meccanismo nelle dipendenze emotive, come le chiama lei quando decide di prendere le distanze dalla commozione. E il perverso meccanismo sta tutto nell’io, ero diversa. In sostanza si può non amare una persona ma una condizione affettiva.
D’accordo, per quanto scivoloso sia l’argomento, la Lia ha ragioni inattaccabili. Ma che importa? Oggi me ne sto solo con lei, che dopo quarant’anni vuole ancora che torni. Nella categoria amore, non in quella dipendenze emotive.

Questione di romanticismo. Odio non credere agli amori eterni e assoluti.

6 commenti:

  1. Per qualcuno (nonno Sigismondo) l'amore è un delirio. Invece l'amore ha una propria logica, una coerenza interna, fortissima, profondissima.

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  2. Ecco, coerenza interna. Proprio così, che genio!!!

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  3. In una giornata complicata ho ritrovato il tuo blog che dopo la Stampa avevo perso di vista, insieme a tante altre cose che vanno e vengono.
    L'amore eterno non l'ho vissuto, forse avrei voluto, ma lavoro, matrimonio e problemi l'hanno impedito, oppure è l'indole personale ? in ogni caso poi si perde l'incanto .

    La signora Lia della quale scrivevi sulla Stampa esiste oppure è una tua invenzione ?
    Saluti da Pier il fantasma.......

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  4. Oh Pier!!! Da La Stampa a qui, grazie per la visita, da vero lettore accanito...

    Quella della signora Lia è una questione top secret. Ed è giusto che resti tale ;)
    Ciao Pier grazie ancora

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  5. Ciao Irene, non so se ti ricordi, sono Marco di Lavagna, quello che soffre di depressione bipolare. Ti scrivevo nel 2009. Sono in fase di separazione con la brasiliana, a cui poverina hanno trovato un cancro al colon-retto (38 anni). Io in questi anni le ho dato tutto quello che potevo, ricevendo ben poco. La mia è una situazione un po' particolare. Una scrittrice americana bipolare di nome Lizzie Simon ha intervistato tanti malati e tutti gli hanno detto che la cosa che vorrebbero sapere di più nella vita è quanto di loro sia la malattia e il resto loro stessi. Siamo troppo emotivi ed emozionali, lei mi suscitava emozioni incredibili e ci siamo lasciati e ripresi tante volte. La cosa perversa è che io volevo che lei mi amasse, metre lei preferiva il mio portafoglio, non poi così pingue. Quello che vorrei sapere, se tutto sommato quello che provavo io era vero amore: penso di sì, perchè avrei costruito una vita con lei, ma, capiscimi, tutta la mia avventura è stata eccessiva, come se io mancassi di istinto di conservazione. Mi rendevo conto che lei non mi amava, ma pensavo che le emozioni che mi dava mi dessero l'energia per continuare ad amarla. Credo che i bipolarii amino così, eccessivi e vulnerabili, almeno io mi sono comportato in questo modo. Ciao Irene.

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    1. Marco! Ciao, da quanto tempo! Che bello, è un piacere ritrovarti.
      Mi avventuro spesso in queste pieghe, tra amore e c.d. dipendenze affettive.
      Tutto sommato non ho risposte, neanche per te. Un po' forse può il tuo bipolarismo un po', semplicemente, il tuo carattere.
      In fondo quando le emozioni sono forti l'istinto di conservazione va davvero a quel paese!
      Spero solo che tu sia stato bene, pur negli eccessi e nella vulnerabilità. Marco, diciamo la verità, la vita è fatta di attimi da prendere così come vengono, intensamente.
      Grazie per la tua lettura e il tuo commento
      Buon tutto!!!
      Irene

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