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sabato 5 ottobre 2013

Il pane e frittata di mia madre

Vengo dopo di lui, come se fosse il tg.
Con un’altra frittata e un’altra madre. Ma con il senso perfetto delle sensazioni.
Non quelle di casa e idillio, in stile Mulino Bianco. Quelle che sono spirito di qualcosa. Magari in profumi e sapori. Forse in atmosfere. Sicuramente in autentici orizzonti.
Non bastano le tracce dove stanno appiccicati i ricordi. Non ci vuole per forza l’olio che sfrigola in padella. Ci vuole il cuore complice. E la testa che mette i piedi al posto giusto. Il pane si “sponza” soprattutto di ricerche e scoperte. Altrimenti è una catena. E le catene, si sa, spezzano le ali.
Il pane e frittata di mia madre è buono se ti ha fatto crescere e, appunto, volare.
Se ti ha insegnato l’appetito e il piacere, che sono molto di più della fame e della sazietà.
Grazie all’amico Rocco Papaleo per l’ispirazione, che il pane e frittata di mia madre è suo.

(agosto 2013)

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